Ieri,
in data 09/01/2015, una Circolare, firmata dall'assessore regionale
all’istruzione della regione Veneto Elena Donazzan, è stata inviata ai
Dirigenti Scolastici dei vari istituti e chiede che le famiglie degli
studenti musulmani condannino apertamente gli attentati terroristici
avvenuti a Parigi. La Rete degli Studenti Medi condanna con forza questo
gesto, volutamente xenofobo e divisivo in un momento così complesso per
la Francia e l’Europa intera.
“Le parole
utilizzate in tale lettera sono sconfortanti e inadeguate in un momento
così complesso; La tragedia parigina neccessita di una forte risposta di
coesione e unità tra le varie culture che compongono la nostra società e
le nostre scuole. Non possiamo accettare che si decida, per l’ennesima
volta, di giocare sulla pelle dei ragazzi e delle loro famiglie,
considerando a tutti gli effetti tutte le famiglie musulmane i cui
studenti sono iscritti nelle scuole del Veneto come complici, a meno di
smentita, di quanto successo a Parigi” dichiara Tommy Ruzante,
coordinatore Rete degli Studenti Medi Veneto.
“Le
voci dei rappresentanti del mondo musulmano, si sono levate forti e
chiare, condannando l’attentato accaduto in Francia. L’assessore
regionale del Veneto Donazzan specula sulla paura e persegue solamente
un clima elettorale pericoloso. Come Rete degli Studenti Medi ci
impegneremo perché atti come questo, volti a seminare panico e generare
divisioni e distinguo tra gli studenti sulla base della confessione
religiosa familiare, vengano cancellati dalla consapevolezza,
dall’integrazione e dalla solidarietà che stiamo mettendo in campo in
queste ore per difendere la nostra democrazia e l’Europa intera"
conclude Alberto Irone, portavoce Rete Studenti Medi.
TERRORISMO ISLAMICO: PARLIAMONE SOPRATTUTTO A SCUOLA
Elena Donazzan - Assessore all'istruzione, formazione e lavoro della Regione Veneto
Pubblicato Giovedì, 08 Gennaio 2015 20:58
Lettera inviata ai presidi.
La
ripresa delle lezioni in questo avvio di 2015 si consuma sotto i
funesti fatti di Parigi, nel cuore dell'Europa, capitale di una nazione
che ha fatto nascere e crescere la civiltà dell'uguaglianza, della
fraternità e della libertà . Cardini di un pensiero moderno che ha
intriso le scelte e la mentalità di questa nostra Europa che ha
costruito i fondamenti del nostro vivere civile.
Ecco
perché il fatto terroristico di matrice islamica consumato con
l'omicidio dei giornalisti della rivista "Charlie Hebdo" deve trovare un
fronte comune e impenetrabile di condanna.
È
stata colpita una capitale dell'Europa in uno dei cardini della nostra
civiltà : la libertà di stampa e di espressione. Libertà sconosciute in
altri paesi del mondo, certamente impedite in quegli stati a matrice
islamica così distanti culturalmente da noi, ma cosà pericolosamente
vicini sia geograficamente che nelle comunicazioni sulla rete.
Dobbiamo
parlarne e dobbiamo farlo soprattutto nelle nostre scuole, condannando
fermamente senza se e senza ma, senza alibi ideologici o assoluzioni
autoconsolatorie quanto accaduto ed una cultura che predica l'odio verso
la nostra di cultura, la nostra mentalità , il nostro stile di vita fino
ad arrivare all'estremo gesto terroristico.
Il
pericolo c'è, è evidente e si è manifestato in tutta la sua crudezza a
Parigi e solo una forte presa di coscienza di ciascuna persona e
collettiva di popolo può farci sperare di arginare un pericolo tanto
grave quanto imprevedibile.
Si
può manifestare purtroppo con attacchi terroristici, come in gesti di
violenza per noi inaccettabili ed incomprensibili. Come quello di quel
padre italiano, accoltellato due giorni fa nel veneziano da un ragazzino
di 14 anni tunisino, per difendere il proprio figlio aggredito a scuola
con atti che chiamiamo "bullismo".
Non
può più essere un alibi per non affrontare il problema. Se non si può
dire che tutti gli islamici sono terroristi, è evidente che tutti i
terroristi sono islamici e che molta violenza viene giustificata in nome
di una appartenenza religiosa e culturale ben precisa.
Nessuna
giustificazione, nessuna tolleranza può essere richiamata per fatti
simili e l'Europa civile, libera e laica, che spesso dimentica di essere
tale perché cristiana, deve ritrovare la forza di indignarsi e reagire.
Una
condanna morale che deve scaturire dal profondo di una coscienza comune
e che dobbiamo sviluppare nel luogo dell'educazione collettiva che è la
scuola.
È infatti un'esigenza necessaria anche alla
luce della presenza dei tanti alunni stranieri nelle nostre scuole e dei
loro genitori nelle nostre comunità . Soprattutto a loro dobbiamo
rivolgere il messaggio di richiesta di una condanna di questi atti,
perché se hanno deciso di venire a vivere in Europa, in Italia, in
Veneto devono sapere che sono accolti in una civiltà con principi e
valori, regole e consuetudini a cui devono adeguarsi e che la civiltÃ
che li sta accogliendo con il massimo della pienezza dei diritti ha
anche dei doveri da rispettare.
Abbiamo
visto in queste ore fallire il modello di integrazione finora adottato
in Europa, nella Francia della terza generazione come nell'Italia della
prima generazione e dobbiamo interrogarci se non vada rivisto con
maggiore chiarezza di obiettivi e differenti modalità .
Certamente
il primo cambio di rotta è una ferma condanna senza alcun distinguo tra
italiani, francesi o islamici se questi ultimi vogliono veramente
essere considerati diversi dai terroristi che agiscono gridando "Allah è
grande".
Parliamone soprattutto a
scuola, altrimenti non ci sarà modo di scrivere un'altra storia
rispetto a quella scritta ieri a Parigi il giorno 7 gennaio 2015.
Buon lavoro a ciascuno di noi.
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